Il ventilatore è il più diffuso tra i sistemi antibrina alternativi all’irrigazione. È una macchina composta da una pala rotante posta ad una certa altezza dal suolo (valore di riferimento circa 10 m) che ha lo scopo di prelevare l’aria più calda presente alla quota della ventola e spingerla verso il basso contrastando la stratificazione e l’inversione termica caratteristica dei fenomeni di brinata tardiva. La risposta di questo sistema di difesa è tanto più elevata quanta intensa è la stratificazione presente e la differenza tra la temperatura al suolo e quella all’altezza della ventola. Non è risultato molto efficace, a volte aumentando il danno per rimescolamento di aria fredda, in caso di gelate per avvezione in cui non è presente inversione termica. L’area protetta da un ventilatore è indicata dai produttori di queste macchine in 2-3 ha cadauno, facendo supporre un raggio di azione compreso tra i 100 e i 140 m dalla torre del ventilatore. Esistono in vendita versioni mobili, e quindi trasportabili, versioni con annessa produzione di aria calda mediante bruciatori, aria che viene convogliata verso il basso aumentando l’effetto di protezione. Un problema di questa tecnica è, per applicazioni in aree prossime ad abitazioni, il livello di rumore prodotto, se il sistema non è adeguatamente insonorizzato (motore) o se non è sufficientemente silenziosa la rotazione della ventola.