L’irrigazione soprachioma è un’applicazione classica e di elevata efficacia contro la brina. La tecnica richiede però un’elevata dotazione idrica sia a livello di comprensorio irriguo per la contemporanea richiesta irrigua di molte aziende del comprensorio stesso, sia a livello aziendale (si stima come necessaria una pluviometria di circa 4-5 mm orari che per un evento medio di durata di 10 ore comporta un consumo di 40-50 mm di acqua). Un consistente risparmio idrico è possibile con l’irrigazione soprachioma localizzata in cui viene bagnato solo il filare dell’impianto frutticolo che solitamente con i moderni impianti a spalliera occupa solo 1/4 della superficie, senza bagnare l’interfilare; questo sistema utilizza particolari irrigatori denominati “flipper” in grado di interessare solo una fascia di superficie, quella sotto al filare, consentendo un risparmio fino al 50-55% rispetto al metodo classico. Sfruttando il principio della liberazione di calorie tramite il continuo congelamento dell’acqua distribuita sul frutteto/vigneto, si è in grado di contrastare temperature inferiori allo zero anche di 7-8 °C. Occorre però fare attenzione a non ridurre troppo il quantitativo di acqua che deve comunque garantire l’uniformità di bagnatura delle piante (in continuo) con una velocità di rotazione degli irrigatori sui 30-40 secondi, quando trattasi di normali irrigatori soprachioma. Esiste anche la possibilità d’impiego di mini irrigatori montati su tubo per ogni filare e che bagnano solamente la vegetazione dello stesso. Sia con gli impianti soprachioma sia con quelli sottochioma è necessario operare in assenza di vento, onde evitare disformità di bagnatura (impianto soprachioma) ed evaporazione dell’acqua invece del congelamento, o spostamento del cuscino di aria calda formato dal congelamento dell’acqua che libera calorie (impianto sottochioma).