L’inerbimento è una tecnica di gestione del suolo a basso impatto ambientale, utilizzata come possibile soluzione per le lavorazioni degli arboreti, che consiste nel rivestire il terreno con una coltura secondaria. Con l’inerbimento del terreno e lo sfalcio della vegetazione a un’altezza di 10-15 cm, si eliminano le lavorazioni. In tal modo l’arboreto risulta molto ben protetto dall’erosione, la struttura e la transitabilità migliorano sensibilmente; le radici delle piante erbacee esercitano inoltre un’importante funzione nell’approfondimento di P e K distribuiti in superficie.
In viticoltura si sta diffondendo anche l’inerbimento sottofila con leguminose (es. trifolium subterraneum) che consentono di ridurre al minimo la fertilizzazione.
L’inconveniente principale è rappresentato dalla competizione che il tappeto erboso esercita nei riguardi della coltura arborea, per questo motivo l’inerbimento è ideale per impianti in cui è presente un terreno fertile. Oltre allo stoccaggio del carbonio organico (effetto di mitigazione), il prato fornisce un servizio ambientale che incrementa la biodiversità della nicchia ecologica, sia da un punto di vista delle specie che compongono il prato, sia a livello microbico nel terreno. Questi fattori migliorano la struttura del suolo.