Il biochar è carbone vegetale che si ottiene dalla pirolisi di diversi tipi di biomassa vegetale e ha funzione di ammendante dei suoli. Di particolare interesse risulta la sua produzione a partire da residui/sottoprodotti agricoli quali potature, stoppie di mais o grano, lolla di riso, mallo di mandorla, fogliame secco, ecc. La pirolisi permette di ottenere: un gas (syngas) con un potere calorifico pari al GPL che può essere utilizzato in processi produttivi che necessitano di calore (es: essiccazione o produzione di energia elettrica), e biochar o carbone vegetale. Il sottoprodotto della pirolisi è il biochar (90% di contenuto di carbonio) che, se applicato ai suoli, è un potente ammendante. La sua alta porosità aumenta la ritenzione idrica e quella degli elementi nutritivi che rimangono più a lungo disponibili per le piante, migliora inoltre la struttura del terreno e le sue proprietà meccaniche. Molti studi hanno già dimostrato l’impatto positivo dell’applicazione del biochar sulle rese agricole diminuendo il fabbisogno di acqua e fertilizzanti. La struttura compatta del biochar permette a questo prodotto di non essere degradato dai microrganismi del suolo e quindi di stoccare carbonio invece di farlo tornare in atmosfera sotto forma di CO2 come nel caso del compost o dell’abbruciamento dei residui di potatura; inoltre l’impiego di biochar sui terreni agricoli permette di diminuire le emissioni di N2O dal suolo, gas a effetto serra con un potenziale di riscaldamento globale 296 volte maggiore della CO2. La combinazione di biochar con ammendanti organici quali letame e digestato sembra molto promettente almeno in viticoltura. Da valutare attentamente il suo utilizzo in terreni alcalini poiché potrebbe aumentare la salinità e, in casi specifici, disattivare i principi attivi degli erbicidi. In Italia, nella normativa fertilizzanti, il biochar è normato con parametri molto stringenti: viene proibito l’impiego di biochar in forma pulverulenta e con presenza di sostanze tossiche quali gli idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti e diossine. In letteratura scientifica straniera viene definito a volte biochar un prodotto che in Italia sarebbe proibito.